Riforma del pensiero in Cina

Con l'espressione riforma del pensiero si intende un sistema di coercizione usato nella Cina comunista per costringere i dissidenti politici ad abbracciare l'ideologia del partito e ad integrarsi negli ingranaggi dello stesso. Secondo Robert Jay Lifton, i cinesi usano per definire tale fenomeno l'espressione szu-hsiang kai-tsao, traducibile come "rimodellamento ideologico", "riforma ideologica" o, appunto, "riforma del pensiero".

Margaret Thaler Singer (vedi Cults in Our Midst) afferma che Edward Hunter, nel 1951, introdusse in Occidente l'espressione "Lavaggio del cervello" pubblicando il libro Brainwashing in Red China (Lavaggio del cervello nella Cina Rossa). Il processo usato veniva chiamato hse nao, che letteralmente significa "lavare il cervello" o "pulire la mente". Tale espressione è effettivamente usata, con accezione critica e molto negativa, dalle vittime delle persecuzioni in Cina, ma anche in contesti più generali, lontani dalla realtà cinese, a proposito delle sette religiose o del fanatismo.


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